martedì 21 aprile 2009

Pinguino in comunità

Un programma Open Source non è solo un'applicazione che svolge dei compiti, ma è anche la comunità che lo alimenta. L'aspetto collaborativo di un software a cui tutti possono apportare modifiche è l amolla che ha regalato il successo a Linux, il sistema operativo libero. [...] Oggi il "pinguino" non è più un progetto di nicchia, riservato a pochi guru. Il successo dei netbook, i computer ultraportatili a basso costo, è la comparsa di distribuzioni pensate per i neofiti (come Ubuntu), stanno portando il sistema operativo nelle case di milioni di utenti, mentre la crisi economica convince le aziende che è arrivato il momento di non pagare più costose licenze per software chiusi e proprietari. Se questa piccola rivoluzione informatica prende piede anche in Italia, parte del merito va alle migliaia di persone che usano e studiano Linux da tempi non sospetti e si sono preoccupate di diffonderlo.
La comunità italiana di Linux è ramificata sul territorio attraverso i Lug (Linux user groups), nati in gran parte negli anni '90 per volontà di informatici e programmatori con la passione per il software libero. Gruppi pensati per diffondere e installare il pinguino, dare consigli e lavorare a nuovi programmi. Oggi però stanno profondamente cambiando. "L'espansione di internet e della banda larga modifica la struttura e i compiti della comunità - spiega Michele Dalla Silvestra, presidente dell'associazione Italian Linux Society-. E' importante che rimanga un contatto fisico sul luogo, ma i Lug oggi devono aprirsi ai non esperti e collaborare tra loro più che in passato".
Supportare i gruppi locali e cercare di costruire un movimento unitario a livello nazionale sono gli obiettivi di Ils, che dal 2001 coordina e promuove il Linux Day. "Volevamo spingere tutti i Lug, indipendenti e solitari per natura, a realizzare in contemporanea un evento che potesse diffondere l'open source tra le persone. E' indispensabile portare l'utente, e soprattutto i ragazzi, a conoscere e usare programmi open source".
Mauro Munafò, Nova - Il Sole 24 Ore, 9 aprile 2009

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